CORRIERE FIORENTINO 9/5/2013
Nidiaci, lo spettacolo di nonni e nipoti
Secondo giorno, l'Oltrarno torna al giardino. «Ha vinto un quartiere intero»
Laura si ritiene una «nativa» dell'area Nidiaci. Ha sempre vissuto affacciata sul giardino, dalla sua casa di via dell'Ardiglione. Qui da bambina ha conosciuto suo marito, che ora gestisce anche il ristorante «I' Raddi», a pochi metri dal cancello che delimita il nuovo ingresso al giardino. C'è lei all'entrata ad occuparsi del registro delle presenze e delle iscrizioni all'associazione Onlus che si occuperà della gestione degli spazi.
Benvenuti al Nidiaci. Anzi, bentornati Nidiaci, con le chiavi del cancello d'ingresso consegnate alle mamme. Dopo sette mesi il giardino della storica ludoteca alle spalle dell'abside della chiesa del Carmine è tornato ai bambini dell'Oltrarno. Erano 130 alla riapertura di martedì, ieri qualcuno in meno a causa della pioggia caduta ad intermittenza, ma sempre in tanti. I numeri non mentono: è tutto scritto nel registro delle presenze. Ma soprattutto i numeri fanno la storia, e quella di San Frediano racconta di una realtà che dal dopoguerra ha fatto da luogo di accoglienza, formazione, quasi protezione dalla povertà che in passato mordeva il quartiere: «Negli anni' 90 non è che fosse poi così cambiato. Cosa offriva, l'eroina? - ricorda Laura - Forse qualcuno si è dimenticato che il Nidiaci ha difeso tante generazioni ».
E oggi queste generazioni hanno deciso di difendere il Nidiaci: una mobilitazione durata mesi, partita lo scorso ottobre con il trasferimento della storica ludoteca di via della Chiesa in via Maffia a causa di un'infiltrazione d'acqua nei locali. Poi l'avvio del cantiere della società «Amore e Psiche» - per ricavarci appartamenti - con la divisione dello storico giardino in due lotti: da una parte l'area privata, dall'altra quella pubblica ma in gestione al Centro Giovani. Proteste, manifestazioni, prima dell'accordo tra Palazzo Vecchio e l'associazione «Amici del Nidiaci in Oltrarno» che il martedì e il mercoledì, fino a metà giugno, gestirà l'apertura del giardino: «Ha prevalso la volontà di un intero quartiere di riappropriarsi di questa area» riflette Luca. E seduto su una panchina alle spalle del campo di calcetto, con la coda dell'occhio segue le gesta di suo figlio Sante: «Qui siamo al sicuro, la zona è recintata e poi i bambini possono finalmente giocare tranquilli: in piazza Tasso erano costretti a lasciare il campetto quando arrivavano i ragazzi più grandi».
La storia conta, eccome. Ma dietro la mobilitazione per riaprire il Nidiaci c'è anche l'aspetto della praticità: «Non ci sono altre aree verdi nel quartiere: questa è un'oasi, che permette a genitori e nonni di godersi i bambini che giocano seduti tranquillamente su una panchina - spiega Mirna Migliorini, che prima di portarci i nipoti, al Nidiaci, c'ha portato i suoi figli - Ci riprenderemo anche la ludoteca, e trasformeremo questo muro vergognoso in un giornale quotidiano, informando costantemente i cittadini sulle battaglie di Oltrarno».
Un pannello di legno delimita il cantiere dal resto del giardino, dallo scorso fine settimana - in vista della riapertura - una rete di ferro ha ulteriormente ridotto gli spazi a disposizione dei più piccoli, chiudendo la zona dei grandi alberi, dove ci sono le panchine la fontanella. Su questa rete verde ci sono tre sagome raffiguranti altrettanti bambini: «Abbiamo voluto sottolineare la negatività delle barriere, che sono inconciliabili con i bambini, che sono avventurosi e che non conoscono limiti», spiega Migliorini. Ieri un pallone è finito nel recinto. Viola e Giuliano, cinque anni a testa, guardano la rete e non capiscono perché non possono oltrepassarla.
Gaetano Cervone
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