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mercoledì 26 giugno 2013

Come la Croce Rossa Americana creò il "Nidiaci" di Via della Chiesa in Oltrarno

CORRIERE FIORENTINO 26/6/2013
Il patto tradito del Nidiaci. Beffati anche gli americani 
La Croce Rossa donò dei beni, la loro vendita servì a creare la ludoteca L'atto spunta negli archivi: «Qui un'istituzione per l'educazione popolare»
Gaetano Cervone

Furono gli americani nel 1920 a volere per San Frediano una struttura che si occupasse dell'istruzione e dell'educazione dei ragazzi più poveri, in un quartiere nella morsa della miseria più nera. Per questo incaricarono l'avvocato Umberto Nidiaci e il Cavaliere Carlo Matteo Girard di vendere una partita di merce arrivata a Firenze tramite la Croce Rossa destinando il ricavato all'acquisto di un immobile che consentisse tale obiettivo. Fu scelto lo stabile di via della Chiesa al civico 44 e 46.

Nasce così la struttura del Nidiaci. E c'è anche la data precisa: 3 agosto 1920. E tutto scritto in un atto notarile di compra-vendita che alcuni membri dell'Associazione Amici del Nidiaci in Oltrarno hanno scovato nei documenti dell'Archivio Notarile Distrettuale della Sovrintendenza di Firenze.

Dodici pagine redatte a mano dal notaio Ferdinando Onori di Adamo nel 1920, che segnano un tassello importantissimo nella vicenda della storica ludoteca e del giardino al centro oggi di una durissima battaglia tra i residenti e la ditta «Amore e Psiche» che ha deciso di farne un palazzo con appartamenti di lusso. Chiudendo così la ludoteca e riducendo il giardino. Quale però dovesse essere il destino del Nidiaci è scritto a chiare lettere nell'atto notarile del 1920: «La Croce Rossa americana dava incarico ai signori Cavaliere Carlo Matteo Girard e avvocato Umberto Nidiaci di procedere alla liquidazione di una partita di merce devolvendone il ricavato a quella istituzione che meglio poteva corrispondere ad un concetto di educazione popolare» si legge nel documento, dove tutto è stabilito nei minimi dettagli. Ed infatti: «Da tale liquidazione i signori Carlo Matteo Girard e Umberto Nidiaci ricavarono la somma di lire centoventimila che depositarono in loro nome al Credito Italiano; e volendo detti signori devolvere tale somma a favore di un Ente che, nel quartiere di San Frediano di questa città, curi l'istruzione e l'educazione popolare, con speciale riguardo all'infanzia, hanno intanto deciso di rendersi acquirenti di un immobile ove tale istituzione possa stabilire la propria sede». Una premessa importante voluta dall'allora colonnello Edward Otis Bartlett, comandante e rappresentante della Croce Rossa Americana presente nello studio del notaio Onori di Adamo in via dei Banchi nell'allora 3 agosto 1920.

L'immobile della compravendita è ciò che per San Frediano divenne poi quel luogo di accoglienza, formazione, quasi un presidio di protezione dalla povertà che in passato mordeva San Frediano e i suoi figli: allora fu pagato 15o mila lire, rilevato dall'Abate Gastone Pighetti. Il costo era 30 mila lire superiore a quanto l'avvocato Nidiaci e il cavaliere Girard riuscirono a ricavare dalla vendita della merce della Croce Rossa americana.

Il resto ce lo misero di tasca propria, anche se furono aiutati dal Fascio per le opere di assistenza di Firenze che contribuì con 15 mila lire. In calce all'atto notarile c'è anche la firma del colonnello americano Bartlett, che - si legge nel documento - «dichiara di intervenire all'atto presente al solo scopo di approvare l'avvenuta liquidazione della merce della Croce Rossa americana per il raggiungimento dello scopo umanitario al quale egli personalmente presterà l'opera sua». Lo scopo umanitario l'avvocato Nidiaci lo raggiunse per davvero, considerando che pochi anni dopo quella scuola di frontiera che aiutava i ragazzi difficili dell'Oltramo avrebbe preso forma, diventando il simbolo del cattolicesimo sociale fiorentino.Quello di Giorgio La Pira, Fioretta Mazzei, Ghita Vogel e don Cuba, persone che hanno messo la propria vita al servizio degli altri. Dallo scorso ottobre, però, la ludoteca è stata chiusa.

E con essa il giardino, di cui i cittadini si sono riappropriati (solo una piccola parte) lo scorso marzo dopo aver creato un'associazione che ne gestisse, in maniera volontaria, le aperture. Ma la battaglia a avanti, perchè il quartiere rivendica l'intero spazio, sia della ludoteca che dell'area verde alle spalle dell'abside di piazza del Carmine: «Non siamo giuristi, con sappiamo cosa può accadere con questo documento - spiega Miguel Martinez, presidente dell'Associazione Amici del Nidiaci - A noi interessa soltanto evidenziare il significato di questa scoperta: questo spazio è stato concepito fin dal 1920 come struttura a favore del quartiere San Frediano. Ora non è più così, ma è stato violato un patto. Con il quartiere e con gli americani».

sabato 18 maggio 2013

Via d'Ardiglione secondo Rodolfo Marma

Girando in rete, abbiamo trovato questo dipinto del 1981 di Rodolfo Marma (1923-1998), dove vediamo l'ingresso a quello che fu il palazzo di Emilio Santarelli - sulla destra, si entra oggi al Nidiaci.



sabato 11 maggio 2013

Dante Rossi, Via dell'Ardiglione

Su un sito di aste, abbiamo trovato un quadro che dipinge proprio l'ingresso attuale al giardino del Nidiaci.

Nella descrizione leggiamo:

"Dante Rossi (1907 - 1986). "Via dell'Ardiglione". Olio su faesite, cm. 65x34. Firmato in basso a sinistra e datato 1961"
Cosa notate di cambiato?



domenica 14 aprile 2013

Emilio Santarelli, o la storia segreta del Nidiaci

Gli abitanti di San Frediano sanno che "il Nidiaci" esiste da sempre. I più informati, credono vagamente che si tratti di un palazzo nobiliare, concesso in uso, assieme al giardino, agli abitanti del quartiere, nel 1923.

La storica dell'arte Francesca Petrucci, grazie a un notevole lavoro di ricerca in archivio, ci rivela un aspetto inedito della storia della ludoteca-giardino.

Nel 1827, Emilio Santarelli, uno dei più famosi scultori dell'Ottocento, autore di molte opere tra cui il Michelangelo agli Uffizi, acquistò una casa rurale con annesso orto dietro la chiesa del Carmine. 

Negli anni successivi, vi costruì un ampio studio: capiamo così la particolare forma della ludoteca, con i suoi alti soffitti. Mentre nel giardino, l'artista si dedicava alla sua grande passione - la coltivazione delle camelie. Tra le varie specie che Santarelli creò, ci fu anche la Bella d'Ardiglione e la Giardino Santarelli.

La dott.ssa Petrucci ha scoperto inoltre qualcosa che nessuno finora conosceva, che qui viene appena accennato tra le note. Vi raccontiamo quel poco che sappiamo già con sicurezza, c'è un grande lavoro di ricerca da fare per capire di più.

Il complesso che chiamiamo "il Nidiaci" non fu affatto concesso dalla famiglia Nidiaci. 

Durante la prima guerra mondiale, come ben sanno gli ammiratori di Ernest Hemingway, la Croce Rossa americana svolse un ruolo importante in Italia. Nel 1920, il dirigente della Croce Rossa americana, Edward Otis Bartlett, fece vendere i materiali dell'istituzione a Firenze. 

Assieme all'avvocato Umberto Nidiaci e al cavaliere Carlo-Matteo Girard, di nazionalità svizzera - che insieme però misero appena il 20% della somma necessaria - la Croce Rossa americana acquistò il palazzo e il giardino, "per conto di una erigenda istituzione che, nel quartiere di S. Frediano, curi la istruzione e la educazione popolare, con speciale riguardo all'infanzia". 

Da segnalare che questo spazio non avrebbe dovuto limitarsi all'attuale Ludoteca, ma comprendeva i numeri 44-46 di Via della Chiesa e tutto il palazzo su Via d'Ardiglione.

sabato 6 aprile 2013

Quando il Ramadan finiva al Nidiaci

Grazie ai motori di ricerca, abbiamo scovato questo gioiello: un articolo pubblicato nel 2002 sulla rivista di gastronomia Gola gioconda, dedicato alla festa islamica nella Ludoteca Nidiaci. Che ci ricorda il ruolo fondamentale che la Ludoteca-giardino ha sempre svolto nell'integrazione di tutte le comunità residenti nel nostro quartiere.

 L'articolo è a pagina nove ed è a firma di Sandro Bosticco.